San Cristoforo
martirizzato il 25 luglio intorno all’anno 250 a Samo, in Licia
«La leggenda occidentale fu diffusa da Jacopo da Varagine (XIII secolo). Cristoforo era un gigante, che si era proposto di servire il signore più potente; dopo essere stato al servizio di un re, di un imperatore e del demonio, seppe da quest’ultimo che il signore più potente è Cristo. Allora andò da un santo eremita e si fece istruire nella dottrina cristiana, e consigliato da lui prese dimora vicino ad un fiume, dove traghettava i pellegrini, pensando di fare opera gradita a Dio. Una notte fu svegliato da un fanciullo che gli chiese di essere traghettato; ma più avanzava nelle acque, più il carico diveniva pesante, ed il fiume impetuoso, tanto che il gigante temette di essere travolto. Quando finalmente arrivò sull’altra sponda, il fanciullo gli rivelò di essere Gesù, e come prova fece germogliare il bastone al quale Cristoforo si appoggiava durante il suo duro lavoro. Cristoforo allora si fece battezzare ed andò a predicare in Licia, dove subì il martirio».
Questa è una delle versioni della leggenda di San Cristoforo a cui è dedicata la nostra Chiesa e in una cerimonia molto partecipata, in occasione della festa parrocchiale del 23 luglio scorso, il nostro vescovo Andrea, con il rito di benedizione, ha inaugurato l’opera che la comunità ha dedicato al santo. Ma come è nata questa opera? Nella nostra Chiesa parrocchiale nel corso degli ultimi anni uno dei dipinti che la abbellivano, ma che ci era stato dato in via temporanea, ci veniva richiesto per trovare il suo giusto posto all’interno del museo diocesano. Di fatto una delle pareti laterali della navata rimaneva in attesa di qualche altra opera che ne riempisse il vuoto. A questo punto Silvia, moglie del diacono Fabio, cominciò con quella che poteva sembrare una provocazione: «Perché non stimoliamo la comunità nel produrre un’opera che la coinvolga e la renda partecipe?». Con Fabio venne subito l’idea legata al nostro santo e con l’approvazione del parroco don Mauro, condivisa con il consiglio parrocchiale, si cominciarono a pensare le varie strategie e le tecniche per avviare un percorso. La tecnica ipotizzata, e già ben sperimentata da Fabio in laboratori educativi di tutte le età, era quella di permettere ad ogni partecipante di lasciare un proprio segno, pensiero, disegno personale incidendolo in piastrelle di argilla che poi, dopo essere state trasformate in terra cotta, sarebbero andate a comporre la figura del Santo come a dire: «siamo tutti portatori di Cristo». Abbiamo chiesto se qualcuno voleva coinvolgersi nel pensare a dare forma all’opera nel suo insieme. Sandro Biagioni rispondeva con entusiasmo e con passione. In poco tempo cominciò a sfornare schizzi e prototipi e insieme si è arrivati a delineare quello che poi è diventata l’opera finita. Sandro si è presa in prima persona la responsabilità di definirne forma e dimensioni.
Abbiamo attivato numerosi laboratori per la modellazione e l’incisione delle piastrelle a cui hanno partecipato entusiasticamente gruppi di catechesi, scout, singoli ed intere famiglie. Da qui, passo passo, come attenti artigiani, per giorni e giorni, in un continuo cuoci, taglia, carteggia, tingi, scava, rivesti, vetrifica, carica, scarica, ricarica, riscarica, attacca, stacca, siamo arrivati, nella giornata di sabato 22 luglio, ad assemblare tutte le parti ponendole in sicurezza appese nella parte sinistra della navata subito prima del presbiterio.
Dopodiché è arrivato il 23 di luglio e la storia la sappiamo…
Questa è lo scritto che la comunità a posto alla base dell’opera:
«San Cristoforo, portatore di Cristo. Come comunità di San Cristoforo, il contributo personale e collettivo di unirci alla missione del Santo si esprime attraverso le singole piastrelle, da noi personalmente incise, che vogliono portare messaggi di pace, armonia, solidarietà, accoglienza, bellezza per la costruzione di una umanità che sappia far emergere la sua parte migliore. Aiutarci ed aiutare a far affiorare ed esprimere l’Uomo Nuovo che è parte e vera ricchezza di ogni persona. San Cristoforo, composto dalla varietà della nostra creatività, siamo noi che con la nostra vita ci impegniamo a portare e far risplendere Cristo, luce del mondo».
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